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BENZINA, COMPAGNIE ALLA GUERRA DEGLI SCONTI - BENZINA, RIBASSI NEL FINE SETTIMANA DA ALTRE COMPAGNIE DOPO LA SCELTA ENI

Dopo l'iniziativa di Eni e Agip, annunciate per il prossimo weekend analoghe campagne. Ma si moltiplicano anche polemiche e proteste. Esposto all'Antitrust di Assopetroli. Benzina, ribassi nel fine settimana da altre compagnie dopo la scelta Eni. Gli italiani tradizionalmente amanti della comodità potrebbero cambiare le loro abitudini ed adattarsi al self-service il sabato e la domenica. ROMA. Fare il pieno di benzina? Solo nel weekend. Potrebbe essere questo il leitmotiv estivo degli automobilisti italiani, con la guerra di sconti del fine settimana scatenata dall'iniziativa lanciata dall'Eni, sempre che l'Antitrust non decida di prendere qualche provvedimento in seguito all'esposto di Assopetroli. Dopo lo strappo del Cane a sei zampe, che giovedì scorso ha varato la campagna «Riparti con Eni», con sconti di circa 20 centesimi rispetto al prezzo della modalità servito in 3 mila impianti iperself, la stessa strada è stata imboccata da Esso e Q8. Le due compagnie hanno infatti messo mano ai listini dello scorso fine settimana con prezzi analoghi a quelli della compagnia leader di mercato o anche lievemente inferiori. La Esso lo ha fatto negli impianti SelfPiù e la Q8 in quelli Q8Easy (ma anche in alcuni tradizionali). «Siamo stati costretti nostro malgrado a reagire a difesa dei volumi di vendita, dei nostri investimenti e dei nostri asset, della stessa presenza della nostra agenda sul mercato», ha spiegato il presidente della Kupit (Q8), Alessandro Gilotti, che adesso aspetta lumi dall'Antitrust, chiamata in causa da Assopetroli per un possibile rischio «dumping» a danno degli indipendenti: «La Kupit - ha proseguito - si aspetta che l'Agcm valuti tempestivamente la legittimità dell'iniziativa di Eni, offrendo fin da ora ogni più ampia collaborazione a riguardo». La guerra dei prezzi ha comunque generato sul territorio anche reazioni da parte dei competitor più tradizionalmente aggressivi. Le no-logo hanno praticato da subito prezzi simili e molto competitivi ed anche la grande distribuzione in alcuni casi ha tagliato i prezzi senza esitazione. L'attesa adesso è per il prossimo fine settimana, quando probabilmente anche gli altri saranno costretti a promuovere iniziative a difesa delle rispettive quote di mercato. Di fronte a sconti così attraenti anche gli italiani tradizionalmente amanti della comodità (come rileva un sondaggio dell'Ispo commissionato daill`Up) potrebbero infatti cambiare le loro abitudini ed adattarsi al self. A tutto vantaggio delle stesse compagnie che, come sottolineato dal presidente dell' Unione petrolifera, Pasquale De Vita, puntano ad una ristrutturazione della rete che ridimensioni di un terzo il numero degli impianti (dai 24 mila attuali a 15-18 mila). Del resto come sottolineano Adusbef e Federconsumatori, al di là dei luoghi comuni sulla pigrizia degli automobilisti italiani, il caso Eni dimostra che «se il risparmio è adeguato il self service funziona». I prezzi medi nazionali sul servito, intanto, restano a 1,821 euro per la benzina, 1,708 per il diesel e 0,811 per il Gpl. UNIONE PETROLIFERA. Troppi impianti «Da tagliarne circa un terzo» «Una rete adeguata per il nostro Paese potrebbe essere di 15.000-18.000 impianti», quindi di un terzo inferiore rispetto ai 24.000 attuali. Lo ha detto il presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita, all'assemblea annuale. «Si parla spesso - ha sottolineato - della necessità di interventi strutturali. Oltre al self service, che è uno di questi, si dovrebbe prevedere anche un taglio del numero dei punti vendita». La Faib-Confesercenti replica: «La relazione del presidente De Vita è condivisibile ma non reca alcuna traccia di autocritica e manca di una fotografia realistica della rete carburanti». MANCA IL CARBURANTE A LINOSA. PROTESTA IN PIAZZA E ANCHE SUL WEB. «No benzina, no-turismo». Giorni di protesta sulle Pelagie, mentre si esulta sulle Egadi. Gli abitanti di Linosa sono scesi in piazza organizzando un sit-in davanti al municipio con striscioni e slogan contro la mancanza di carburante che costringe ancor di più l'isola all'emarginazione. La protesta divampa anche sul web. «Di solito la benzina arriva con la nave una volta all'anno, gli isolani fanno la scorta. Attualmente per fare benzina, chi se lo può permettere, prende la nave e va a Lampedusa a fare il pieno. È una situazione intollerabile», scrivono i «Giovani di Lampedusa» su facebook. A dare sostegno allo sciopero è arrivato il sindaco Giusy Nicolini, accolto però da critiche. «La pazienza dei cittadini di Linosa rispetto alla presenza di un distributore di carburante inattivo è finita. Non è pensabile che chi ha ottenuto una concessione di suolo pubblico per fornire un servizio di pubblica utilità, con autorizzazioni in deroga, si permetta di beffare i cittadini non erogando benzina». Così il sindaco delle Pelagie che «in attesa di risolvere in via definitiva il problema - ha detto - chiederò al prefetto di Agrigento di valutare l'opportunità di autorizzare la presenza di un deposito temporaneo per garantire il servizio». Insorge l'opposizione che ha animato lo sciopero: «Nonostante le sollecitazioni del capogruppo dell'opposizione Gerardo Errera al sindaco Nicolini nulla è cambiato riguardo all'atteggiamento espresso dall'amministrazione nei confronti di Linosa ancora dimenticata e lasciata in balìa della desolazione e dell'abbandono», si legge in una nota diffusa via fecebook. Mentre a Linosa si fanno i conti con storici problemi, buone notizie a Favignana, dove è stato trasferito l'unico impianto di carburante dalla zona del porto, quindi dal centro abitato, alla circonvallazione. «L'impianto in questione, automatico a differenza del precedente, è stato realizzato dall'Eni, e posto in questa nuova zona per decongestionare il traffico - spiega una nota dell'amministrazione comunale -. L'inaugurazione, avverrà nelle prossime settimane alla presenza dei vertici dell'Eni».

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